MATERIALI, STRUMENTI E SPUNTI DIDATTICI

Esplorazioni estive

Cari amici di Gream, è tempo di vacanze estive anche per le scuole dell’infanzia e quindi, come promesso, vi proponiamo due esplorazioni marine che speriamo i bambini possano svolgere direttamente in spiaggia (da soli o eventualmente, in base all’età, con l’aiuto di genitori, fratelli, sorelle e amici).
Se vi andrà di condividere i risultati che i vostri piccoli esploratori del mare vi mostreranno a settembre potrete utilizzare gli hashtag #marevigliaci e #gream2021 o inviarceli via mail!


🌊Buona estate!🌊

Esplorazione 1
Esplorazione 2
Griglia sonora (eventualmente da utilizzare per l’Esplorazione 2)

TI RACCONTO IL MARE

1. Educare al mare con la geografia

Il mare ricopre circa due terzi dello spazio terrestre, rappresenta uno spazio di circolazione, un’enorme riserva di biodiversità, il principale produttore di ossigeno del pianeta, una grande riserva alimentare, uno spazio simbolico, uno spazio caricato di valori, ma uno spazio che sembra essere preso poco in considerazione dalla ricerca geografica e dall’insegnamento della geografia nelle scuole di ogni ordine e grado (Squarcina, 2017).

L’alto mare inoltre, secondo il diritto marittimo internazionale, è considerato patrimonio indiviso dell’umanità. Ogni essere umano, anche se abitante a migliaia di chilometri dal mare, anche se non ha neanche mai visto il mare, ha dei diritti e, conseguentemente, dei doveri, nei confronti di questo spazio. Il mare è fondamentale per la vita umana, ma proprio gli esseri umani lo minacciano con uno sfruttamento insensato e distruggendone le capacità vitali con l’inquinamento: rifiuti industriali, civili, acque reflue non trattate vengono riversati in mare; la pesca indiscriminata e insostenibile sta riducendo drasticamente gli stock ittici, gli sversamenti di idrocarburi, volontari o accidentali, così come l’acidificazione delle acque superficiali e l’aumento della temperatura media delle acque minano le capacità vitali del mare. Per salvare il mare occorre conoscerlo, sia da un punto di vista cognitivo, sia da un punto di vista affettivo. È necessario, quindi, partire dai più piccoli per diffondere l’idea della necessità di considerare il mare come un nostro patrimonio di cui godere e da difendere. Tra gli scopi del GREAM vi è quello di studiare approcci e strumenti per diffondere l’educazione ambientale marina e per far amare il mare perché si ritiene che l’appropriazione affettiva di uno spazio sia il passo iniziale verso la sua comprensione e la sua cura (Squarcina, 2017).

La progettazione di attività di educazione ambientale marina, rivolta ai bambini e ai ragazzi della scuola dell’obbligo, non può che partire dal conoscere come gli alunni si rapportano a questo ambiente, quali sono i valori affettivi di cui lo caricano, quali sono gli stereotipi che ne influenzano la percezione. Proprio per questo, si sono svolte e si stanno svolgendo diverse iniziative di sensibilizzazione nei confronti dei problemi del mare all’interno e fuori dalle scuole, rivolte sia agli alunni, sia agli insegnanti.

La progettazione di attività di educazione ambientale marina, rivolta ai bambini e ai ragazzi della scuola dell’obbligo, non può che partire dal conoscere come gli alunni si rapportano a questo ambiente, quali sono i valori affettivi di cui lo caricano, quali sono gli stereotipi che ne influenzano la percezione. Proprio per questo, si sono svolte e si stanno svolgendo diverse iniziative di sensibilizzazione nei confronti dei problemi del mare all’interno e fuori dalle scuole, rivolte sia agli alunni, sia agli insegnanti.

2. Metodi e strumenti didattici

L’idea che i bambini hanno del mare dipende dalle esperienze che hanno vissuto a contatto con esso e da quello che noi adulti e insegnanti siamo riusciti a trasmettergli. Le metodologie e gli strumenti didattici con cui lo facciamo hanno quindi un ruolo fondamentale. Esperienze didattiche che utilizzano metodi attivi, ricerca-azione, metodologie degli studi visuali, della geografia della percezione, delle mappe mentali e altro ancora, rappresentano la rotta da perseguire, a partire dai primi anni di scuola. Strumenti che aiutano a far interiorizzare agli alunni di oggi, che saranno gli adulti di domani, la consapevolezza che ciascuno di noi appartiene ad un unico sistema di relazioni che ci rende reciprocamente responsabili dell’ambiente in cui viviamo e di prepararli così ad una cittadinanza pro-ecologica attiva e partecipata. Ad esempio, i documenti visuali, rappresentano uno dei campi di ricerca più attivi della geografia. Viviamo in un mondo nel quale le immagini hanno un ruolo sempre più importante e gli strumenti tecnologici con cui produrle e diffonderle sono sempre più integrati, accessibili e utilizzabili. La geografia scolastica deve quindi aprirsi a un uso nuovo e più attivo degli strumenti iconici, intesi come documenti da produrre, analizzare e su cui interrogarsi. La soggettività dei documenti visuali ci permette di passare a considerare come fonti di informazione geografica anche tutte quelle forme di rappresentazione e narrazione dei luoghi e delle relazioni tra persone e territori che fanno parte del mondo artistico e dei sistemi di comunicazione: la letteratura, le arti figurative e il cinema, ma anche la televisione, Internet e le nuove piattaforme della comunicazione digitale. In una prospettiva educativa predisciplinare e interdisciplinare, la competenza dell’insegnante consiste anche nel saper riconoscere questa presenza diffusa della geografia e nel saperla utilizzare didatticamente in modo consapevole con attività e percorsi mirati (Giorda, 2014).

3. Un esempio pratico: la notte della geografia 2019

Il 5 aprile 2019 presso la libreria Bookshop Franco Angeli di Milano, si è svolta una delle attività proposte durante “La notte della geografia 2019”, una manifestazione in cui in tutta Europa sono organizzati una serie di eventi volti a far conoscere la ricerca e le potenzialità didattiche della geografia. Gream in tal ambito ha pensato di porre la propria attenzione sull’appropriazione affettiva degli spazi marini da parte dei bambini. Per far ciò ha coinvolto i bambini di una classe quinta della Scuola Primaria Moscati di Milano. L’attività didattica si è svolta secondo le seguenti modalità. I bambini sono stati divisi in gruppi in cui ad ogni componente sono stati assegnati ruoli complementari, di responsabilità interconnessa, necessari alla realizzazione del lavoro: moderatore, controllore del volume di voce, controllore del tempo, portavoce e lettore. Per far “riconoscere” i ruoli sono state confezionate delle medaglie che recavano l’indicazione del ruolo.

Il 5 aprile 2019 presso la libreria Bookshop Franco Angeli di Milano, si è svolta una delle attività proposte durante “La notte della geografia 2019”, una manifestazione in cui in tutta Europa sono organizzati una serie di eventi volti a far conoscere la ricerca e le potenzialità didattiche della geografia. Gream in tal ambito ha pensato di porre la propria attenzione sull’appropriazione affettiva degli spazi marini da parte dei bambini. Per far ciò ha coinvolto i bambini di una classe quinta della Scuola Primaria Moscati di Milano. L’attività didattica si è svolta secondo le seguenti modalità. I bambini sono stati divisi in gruppi in cui ad ogni componente sono stati assegnati ruoli complementari, di responsabilità interconnessa, necessari alla realizzazione del lavoro: moderatore, controllore del volume di voce, controllore del tempo, portavoce e lettore. Per far “riconoscere” i ruoli sono state confezionate delle medaglie che recavano l’indicazione del ruolo.

Successivamente ogni gruppo ha estratto a sorte sette carte, costruite sull’esempio di quelle ideate da Vladimir Propp, ognuna delle quali raffigurava personaggi, animali, situazioni e oggetti riconducibili all’ambiente e agli elementi simbolici e fantastici del mare.

La consegna consisteva nel costruire una storia che includesse gli elementi rappresentati nelle carte per raccontare.
Durante la fase di ideazione della storia i bambini si sono messi in gioco, facendo appello alle conoscenze pregresse relative al mare e ai miti, ai valori, ai sentimenti caricati sul mare, utilizzando le capacità di mediazione tra le diverse proposte e le capacità di convivenza civile per rispettare il turno di parola, le idee altrui e i ruoli assegnati.
Al termine della scrittura i bambini con il ruolo di portavoce hanno letto al grande gruppo, formato da alunni, insegnanti e genitori, il racconto elaborato dando così senso a questo incantevole spazio fantastico tanto temuto quanto amato.

È possibile trovare i racconti integrali realizzati dai bambini all’interno della sezione “news” del nostro sito http://gream.it/.

L’attività ha permesso ai bambini di far emergere il loro vissuto personale che, confrontandosi con quello dei compagni, è diventato un vissuto collettivo. Ha inoltre avuto il merito di far razionalizzare e verbalizzare i sentimenti provati nei confronti degli spazi marini, che spesso rimangono allo stato incosciente. Sentimenti che si ritiene debbano essere alla base di un’azione volta alla salvaguardia del mare.

Bibliografia:

Squarcina E. (2015), L’ultimo spazio di libertà, Milano, Guerini.

Giorda C. (2014), Il mio spazio nel mondo, Roma, Carocci editore.

LABORATORIO SUL PAESAGGIO SONORO

Università degli Studi Milano-Bicocca

Di seguito troverete alcuni dei lavori realizzati dagli studenti del corso di Geografia e Didattica della Geografia durante le ore di laboratorio connesse alla disciplina. Spunti e strumenti utili di cui avvalersi con studenti di scuola dell’Infanzia e Primaria.

Come fare Geografia con le orecchie

Esplorazione L. BrocchieriDownload

Griglie sonore

I CLASSICI E IL MARE. UN PERCORSO VERSO L’EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA OCEANICA

Rossella Dragone

Il progetto di tesi sperimentale “I classici e il mare” ha avuto come protagonisti le bambine e i bambini della classe 5^ della Scuola Primaria “Gianni Rodari” dell’I.C. Crema Due “Margherita Hack” di Crema, nell’anno scolastico 2021/2022. La domanda di ricerca su cui si è basato l’intero percorso è stata: in alcuni classici della letteratura il mare fa da sfondo a diversi intrecci. È possibile trasmettere il senso del luogo marino a bambine e bambini che vivono lontano dal mare, attraverso la mediazione delle storie?

L’obiettivo primario è stato dunque l’avvio a una cittadinanza oceanica, ad atteggiamenti consapevoli di riconoscimento, valorizzazione, tutela e salvaguardia del mare, partendo dalla lettura e dall’analisi di cinque brani tratti dai grandi classici della letteratura: Moby Dick, Ventimila leghe sotto i mari, Le avventure di Pinocchio, l’Odissea e Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare. Grazie alla letteratura, la percezione della classe del mare come semplice luogo di vacanza e divertimento (rilevata da un brainstorming iniziale sulla parola “mare) si è trasformata in una vera e propria esperienza virtuale di questo ambiente che ha permesso ad alunne e alunni di considerarlo in molte sue sfaccettature. A partire dalle letture e dai video riguardanti i classici sopra citati, la classe, suddivisa in gruppi, si è poi cimentata nella scrittura di propri racconti aventi il mare come protagonista, in cui sono emerse le varie rappresentazioni dell’ambiente pelagico. 

Solo dopo questa fase di appropriazione affettiva del mare attraverso la mediazione delle storie, è stato possibile affrontare i temi dell’inquinamento marino, tramite la presentazione di slide e immagini, e dell’importanza che l’oceano riveste nella vita di tutti gli esseri viventi. La classa, suddivisa in squadre, ha partecipato a un quiz a risposta multipla sulle principali funzioni di mari e oceani, che ha visto i gruppi impegnati nella risoluzione di domande difficili e molto sfidanti, basate sui sette principi cardine dell’alfabetizzazione al mare previsti dall’organizzazione Ocean Literacy Italia (OLI). La meraviglia dei bambini davanti alla rivelazione delle risposte corrette ha dimostrato quanto fossero inconsapevoli dell’importanza che l’oceano riveste nella vita quotidiana. 

Una volta assunta tale consapevolezza, sono state presentate alla classe le iniziative avviate per la tutela e la salvaguardia dell’oceano. In particolare, l’attenzione si è focalizzata sul Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile (2021-2030), di cui sono stati presentati i sette risultati attesi e il manifesto verso l’oceano di cui abbiamo bisogno per il futuro che vogliamo, che si presenta sotto forma di acrostico della parola “Oceano”. Seguendo il modello del manifesto, bambine e bambini hanno realizzato quattro acrostici riguardanti l’importanza del mare e dell’impatto che le azioni umane hanno su di esso. Le parole scelte sono state: “Mare”, “Onde”, “Sale” e “Navi”. Ricostruendo quanto svolto e imparato durante il percorso, la classe ha collaborato nella realizzazione di un elenco di regole e impegni da rispettare “a favore dell’oceano che vogliamo”: si tratta di buone pratiche da seguire nel quotidiano, anche se si abita distanti dal mare e di atteggiamenti di tutela e salvaguardia dell’ambiente marino da adottare nel momento in cui lo si frequenta. L’ultima attività prevista dal progetto ha riguardato la decorazione, tramite pennarelli appositi e stoffe riciclate, di sacchetti in tela come simbolo del riutilizzo, contro l’impiego delle buste in plastica, tristemente note per essere al primo posto tra i cinque rifiuti più diffusi nell’oceano. Alla fine del progetto è stato chiesto agli alunni di arricchire il brainstorming sulla parola “Mare” con nuovi vocaboli, che hanno dimostrato un’attenzione diversa verso questo bene prezioso, non più inteso esclusivamente come luogo di vacanza, ma come risorsa di infinite possibilità, da amare e proteggere, in qualunque parte del mondo ci si trovi. 

RIFLESSIONI DI UNA MAESTRA, DOPO UN ANNO, I BAMBINI SI RICORDANO?

L’anno scorso con le mie due classi avevo condotto un progetto di Ocean Literacy, in occasione del mio studio di tesi.
Uno sguardo alla geografia degli affetti: partendo dalle preconoscenze sul mare, avevamo ampliato le stesse con un approccio attivo e condiviso, riflettendo sui paesaggi del mare, degli artisti, ma anche indagando sui paesaggi del mare che ognuno si porta dentro e, come “piccoli geografi con un pensiero consapevole e critico”[1], seguendo le proprie vocazioni, con la consultazione di albi illustrati si erano ampliate le conoscenze di ecologia e sostenibilità sul mare, e infine dopo avere costruito una barca a vela che prendesse il largo: un piccolo modellino in cartoncino, i bambini avevano scritto sulle vele, le loro riflessioni poetiche e solidali con il mare, per condividerle con i loro amici e le loro famiglie, perché ciò che avevano imparato venisse divulgato.
La riflessione successiva, ma anche il preambolo del progetto era stato: Le attitudini nei confronti del mare possono cambiare? Uno sguardo fruitore e disattento può cambiare in uno sguardo attento? Si può raggiungere un livello di consapevolezza sulla sostenibilità del mare, dopo un percorso di alcune settimane? Si può arrivare  alle tre A: awareness, attitude and action[2]? Non ne sono sicura, tuttavia dai questionari finali, era emerso che il progetto aveva portato in classe la relazione con il mare, in pochi casi fortunati, sentita e vissuta con grande poesia, e in altri casi, un mare che ha rivelato la fragilità, perché semplicemente un mare che rimaneva solo nei pensieri, perché non esperito, non frequentato, quindi un mare più dei desideri che dei ricordi. Dopo un anno, in occasione dello studio del mare affrontato come ambiente, dal punto di vista curriculare e della costruzione di un lapbook che riassumesse alcune conoscenze geografiche e naturalistiche sul mare, l’aletta del lapbook, dedicata alla sostenibilità è rimasta deliberatamente vuota e si è chiesto ai bambini: “Vi ricordate i problemi del mare che avevamo trattato un anno fa?” La discussione si è subito animata e parlando un po’ tutti insieme, i bambini si sono ricordati i temi più importanti e quindi si è deciso che i problemi principali che riguardano il mare sono: plastica, pesca intensiva, petrolio e innalzamento globale della temperatura. Ognuno ha disegnato cosa aveva in mente, esprimendo quali immagini suscitassero quelle parole. Alcuni disegni sono stati molto precisi come per esempio, la plastica, non solo la bottiglietta che galleggia, ma la tartaruga che mangia i pezzi dei sacchetti perché li scambia per delle meduse o ancora gli animali incastrati nella plastica. Espresso molto chiaramente anche lo sbiancamento delle barriere coralline, per l’innalzamento della temperatura. Citato spesso è stato  l’inquinamento da petrolio, tra l’altro i bambini avevano interpretato in uno spettacolo teatrale una rivisitazione de “La gabbianella e il gatto” di Sepúlveda. Sono sempre valoriali le esperienze interdisciplinari all’interno della scuola. Invece nei disegni sono emerse rappresentazioni un po’ confuse sul tema della pesca: avevamo distinto la pesca artigianale dalla pesca industriale, eppure quasi tutti hanno disegnato un pescatore con una piccola barchetta. Avevamo imparato che ci sono grandi differenze fra le diverse reti, per esempio, le reti da posta sono caratterizzate dalla selettività e, invece le reti a strascico non sono per niente selettive; mi aspettavo che attraverso i disegni sarebbero stati in grado di cogliere la differenza.
Questo argomento andrebbe ripreso, magari l’anno prossimo, si potrebbero proporre le riflessioni del pescatore Santiago dal romanzo “Il vecchio e il mare” di Hemingway o ancora incontrare un pescatore artigianale, un “contadino” del mare, un adulto portatore di esperienza: “Costruendo le proprie geografie, anche attraverso le testimonianze di adulti come referenti culturali, gli allievi possono avvicinarsi alla dimensione sistematica della disciplina. Alla geografia, infatti, spetta il delicato compito di costruire il senso dello spazio, accanto a quello del tempo, con il quale va costantemente correlato”[3] Anche Don Milani scriveva che “…Un po’ di vita dell’arido dei vostri libri scritti da gente che ha letto solo libri. Se si sfoglia un sussidiario è tutto piante, animali e stagioni. Sembra che possa scriverlo soltanto un contadino. Invece gli autori escono dalla vostra scuola. Basta guardare le figure: contadini mancini, vanghe tonde, zappe a uncinetto, fabbri con gli arnesi romani, ciliegi con le foglie di susino…”[4] Pensare quindi ad una didattica più vicina alla realtà, che entri nella vita, negli attrezzi reali usati da coloro che il mare lo vivono tutti i giorni.

[1] Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Indicazioni nazionali 2012 pag. 33

[2] Farné Roberto, Alberto Manzi: l’avventura di un maestro Bononia Università Press, 2011 pag.42

[3] Guerra Monica, Fuori, Franco Angeli, 2015, Pag.55

[4] Guerra Monica, Fuori, Franco Angeli, 2015, Pag. 128


Sicuramente il cammino è ancora lungo, per costruire un’attitudine alla sostenibilità e come richiamano le Indicazioni Nazionali 2012 è importante sottolineare l’aspetto trasversale dell’insegnamento, che coinvolge i comportamenti quotidiani delle persone in ogni ambito della vita, nelle relazioni con gli altri e con l’ambiente e pertanto impegna tutti i docenti a perseguirlo nell’ambito delle proprie ordinarie attività: “È compito peculiare di questo ciclo scolastico porre le basi per l’esercizio della cittadinanza attiva, potenziando e ampliando gli apprendimenti promossi nella scuola dell’infanzia.”[1] Pertanto mi piacerebbe continuare con le colleghe, in una modalità corale a perseguire questo obiettivo alto, ma urgente. Mi piacerebbe riaffacciarmi sul mare, perché anche coloro che non vanno al mare, possano vivere, ‘il fuori’ con le sue bellezze e le sue fragilità dentro la scuola, mi piacerebbe andare al mare con le classi. In “Il gusto della pioggia sul viso” il messaggio di Manzi è chiaro, “l’aula scolastica è il punto di riferimento, nel quale si struttura il lavoro…ma l’esperienza educativa nelle sue forme più vive e suggestive si dispiega fuori dalla scuola, sul territorio vicino e lontano.”[2] “Quando i bambini amano spontaneamente la natura, i ragazzi vogliono stare all’aperto, con il sole, gli animali, la luna, le stelle, gli alberi, le foglie, adorano la pioggia, la grandine, gli insetti…”[3] e “non si limitano ad osservare la natura, ma l’avvicinano e la incorporano globalmente.”[4] “Sarà l’apertura al mondo, al contesto di cui la scuola fa parte ma che in essa non si esaurisce, che permette ai bambini di accedere alla conoscenza e alla cultura e al tempo stesso, li spinge a cominciare sin da subito a farsi partecipi della cura di quello stesso contesto, sentendosi sempre più responsabili di quello che succede intorno a loro”.[5] E se questi bambini, ora o domani, non importa, dovessero vedere un pezzo di plastica su una spiaggia mi piacerebbe che lo raccogliessero e lo portassero altrove, lontano dal mare.

Elena Monzini


[1] Squarcina Enrico, Pecorelli Valeria, Diventare grande come il mare, Guerini Scientifica, 2018 Pag.40

[2]  https://platform.europeanmoocs.eu/users/30446/Review_of_marine_formal_education.pdf, Pag.15

[3] Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Indicazioni nazionali 2012 Pag.46

[4] Don Milani, Lettere ad una professoressa, Libreria Editrice Fiorentina, 1967, Pag.115

[5] Balconi Barbara, Saper stare al mondo, Ed. Junior, 2017, pag. 145

Progetto “Cittadinanza Oceanica” – Scuola Paritaria Maria Consolatrice

Ci sono delle volte nella vita, personale o professionale di ciascuno, tutti ne avremo fatto sicuramente esperienza, in cui tutto ciò che accade in sedi, tempi, a persone differenti e che sembra assolutamente a sé stante, si trova ad essere improvvisamente collegato e ad assumere un senso più ampio, che coinvolge un’intera comunità educante in un progetto comune…
… È quello che è accaduto alla nostra scuola Maria Consolatrice, piccola realtà paritaria del quartiere Espinasse-Certosa di Milano, nel momento in cui ha creato e perseguito il progetto di “Cittadinanza Oceanica”……

Rappresentazioni grafiche, classe V

ALCUNI DEI MATERIALI REALIZZATI:

Lunedì Gream

Amici di Gream,

il periodo di DAD è fortunatamente finito. Vi proponiamo comunque quest’ulteriore esplorazione marina per concludere il ciclo dei lunedì Gream. Condivideremo a giugno l’ultimissima esplorazione che ci auguriamo possiate fare direttamente al mare 🌊

Carta dei mari © Gream

Lettura albo illustrato

Piccoli esploratori del mare

EMOZIONI AL MARE Ins. Mara Leccardi

Prendendo spunto dalle nostre “esplorazioni marine”, l’insegnante M. Leccardi ha proposto ai suoi alunni di classe prima (Istituto Comprensivo Chignolo Po) un’attività legata alle emozioni e al mare durante la didattica a distanza.  Di seguito il link dove potrete trovare la loro realizzazione interattiva

https://www.thinglink.com/scene/1433105030226903045?fbclid=IwAR2DO6Dy5liO8fgB4Zg82XKorRX13MZtHORoR6nVmV2B0lKofu-AtAGmzb0

Lunedì Gream 

È tempo di liberare il proprio lato artistico…

Lunedì Gream 

Oggi si parte dalla storia di un giovane piovanello: Piper https://www.youtube.com/watch?v=xroy2VFphi4

Lunedì Gream 

Marzo 2021 è un Déjà vu.

Per gli insegnanti, gli educatori, gli appassionati di educazione ambientale marina che ci seguono, proporremo in queste settimane, ogni lunedì, delle idee a tema mare che potrebbero impegnare, divertire e affascinare i vostri/nostri piccoli. 
In questo periodo di chiusura immaginare paesaggi diversi è quello di cui tutti, piccoli e grandi, abbiamo bisogno. 
E cosa c’è di più curativo del mare? 

Di seguito troverete il file pdf da scaricare e se vi andrà di condividere i risultati dei vostri piccoli esploratori del mare su fb o instagram potrete utilizzare gli hashtag #marevigliaci o #gream2021 o taggare il nostro profilo Gream.

🌊 Un abbraccio salato a tutti! 🌊

🐋 Idee per esplorazioni casalinghe a tema 

La nostra non poteva che intitolarsi:

I COLORI DEL MARE 🌊 

I colori del mare_ https://www.instagram.com/p/B-y_oL3B5Xb/?igshid=18czonriru89y

#challengepalettesarah_wanderer

📘 Oceano, Boisrobert-Rigaud | Corraini Edizioni

Un meraviglioso libro pop-up grazie al quale potrete issare le vele e salpare a bordo del maestoso veliero Oceano. 

🐋 Consigli per diventare intrepidi esploratori…

Stiamo vivendo un periodo strano, giorni in cui le scuole sono chiuse, in cui le nostre abitudini sono state stravolte, giorni sospesi in cui sembra che tutto sia fermo… Sembra. In realtà tutti, dietro questo velo di staticità, abbiamo un grande bisogno di muoverci, i più piccoli ancor di più.
Per questo condividiamo in questa nostra sezione, come spunto e punto di partenza, questo testo scritto dalla geniale scrittrice canadese Keri Smith, un manuale in cui l’autrice “invita gli esploratori di tutto il mondo e di ogni età a volgere uno sguardo nuovo su ciò che li circonda e a guardare il mondo con occhi nuovi e curiosi. Un libro caratterizzato da una struttura interattiva; un volume da scarabocchiare, modificare e completare per tenere traccia della realtà in cui viviamo e scoprirne un volto nuovo, inedito e speciale”.
Un piccolo gioiellino ricco di esercizi liberamente interpretabili,
senza regole, solo suggerimenti.
Per guardare più da vicino, documentarsi e connettersi col mondo.
Perché oggi più che mai ne abbiamo tutti un gran bisogno…

Conoscere il mare… A distanza!

di Salvatore La Rosa e Maria Fontanabella

L’emergenza sanitaria in atto ha costretto gli insegnanti ad una profonda riflessione metodologica e progettuale.
Per creare percorsi didattici significativi, da proporre a distanza, è stato necessario analizzare alcuni degli “ingredienti” che mescolati insieme permettono che si realizzi la magia dell’imparare. La scuola è il luogo in cui ogni bambino e bambina alimenta il proprio gusto per la scoperta attraverso: l’osservazione, il fare, il pensare, l’immaginare e il creare. Le discipline sono “occhiali” con lenti differenti mediante cui si impara a vedere, comprendere e amare i vari aspetti che costituiscono il mondo circostante. Infine gli interessi personali e le esperienze concrete sono il motore dell’apprendimento. Partendo da questi presupposti e dalla necessità di lavorare a distanza è stato elaborato un progetto fondato sulla “scoperta” indiretta dell’ambiente marino.
Il percorso ha interessato la classe seconda sezione A della scuola Primaria Anna Frank di Muggiò. Gli alunni attraverso l’osservazione di opere d’arte di varie epoche che rappresentano il paesaggio del mare sono stati stimolati a:  essere curiosi; fare relazioni tra le cose; dare il meglio di sé individualmente e partecipando ad attività in gruppi virtuali; aumentare il livello di padronanza delle proprie competenze utili ad imparare; cogliere gli aspetti peculiari dell’ambiente marino.

Noi salveremo il mondo – Istituto comprensivo di Chignolo Po

Ins. Mara Leccardi

Gli alunni della classe quinta A dell’Istituto Comprensivo di Chignolo Po, hanno partecipato all’iniziativa “Libriamoci. Giornate di lettura nelle scuole”. Tra i tre filoni proposti è stato scelto “Noi salveremo il mondo” per rimarcare il ruolo decisivo delle nuove generazioni nella lotta ai cambiamenti climatici. La settima dall’11 al 16 novembre è iniziata con la lettura del libro “10 cose che posso fare per salvare il mio pianeta” , dopodichè  gli alunni hanno  creato un decalogo per acquisire le buone pratiche per uno stile di vita sostenibile. Dopo aver visionato un video relativo all’Agenda 2030, in grande gruppo, è stato realizzato un cartellone che riproduceva l’immagine dell’Agenda 2030 in stile mosaico. Durante la settimana le letture proposte sono state “ L’uomo che piantava gli alberi”, “La storia di Greta” e “Salviamo il mare e gli oceani”. La lettura di quest’ultimo libro ha indirizzato il lavoro di tutta la settimana. Oltre alla creazione di cartelloni, ogni alunno ha realizzato un opuscolo per sottolineare l’importanza dell’acqua sulla Terra. In particolar modo si è approfondito il tema degli oceani e del mare, ponendo l’attenzione sul fatto che il mare è un polmone della Terra e, per quanto tale, va salvaguardato attuando, fin da piccoli, dei comportamenti per salvaguardarlo.

Noi salveremo il pianeta

La Giornata della Terra al tempo del Covid 19

Ins. Mara Leccardi

Il nostro lavoro di insegnanti, non dovrebbe farci perdere di vista mai, che la scuola è da sempre un luogo in cui i cittadini di domani vengono formati e guidati nella conoscenza di ciò che li circonda. In questo senso, oggi sempre di più, l’educazione ambientale assume un ruolo chiave all’interno delle aule scolastiche. Insegnare ai giovani il rispetto per l’ambiente, la distinzione fra energie rinnovabili e non rinnovabili, le cause che provocano l’inquinamento ambientale e altre tematiche simili, diventa una risorsa imprescindibile per poter formare dei cittadini consapevoli e in grado di agire un domani per il bene della comunità.
Queste tematiche, se affrontate con un linguaggio meno scientifico, più alla portata di tutti, e con metodologie che permettono agli alunni di divenire protagonisti del proprio processo di insegnamento/ apprendimento, possono innescare nei giovani cambi di comportamento nei confronti del mondo circostante. Utile è promuovere la partecipazione attiva degli individui quando si tratta di prendere decisioni in merito all’ambiente, contribuendo quindi a fornire spunti e soluzioni efficaci per risolvere i problemi dell’ecosistema. Questo si traduce in un maggior rispetto per l’ambiente in cui si vive.
Partendo da queste premesse, durante il percorso scolastico quinquennale, mio, e delle mie colleghe, siamo state protagoniste attive su diversi temi di educazione ambientale, con un occhio di riguardo per quanto riguarda la salvaguardia dei mari e degli Oceani e delle creature che in essi abitano.
Il 22 aprile scorso abbiamo voluto dare un nostro contributo in occasione della Giornata della Terra, giornata individuata dalle Nazioni Unite in cui si ricorda la salvaguardia del nostro Pianeta e la difesa dell’ambiente.
La modalità utilizzata per proporre le attività programmate ha subito delle modifiche a causa dell’utilizzo di una didattica a distanza. Per questo motivo la metodologia utilizzata è stata un braistroming iniziale che è poi sfociato in una discussione virtuale con tutti gli alunni. Inoltre, ogni alunno ha prodotto degli elaborati personali in cui ciascuno di loro ha esposto sia graficamente che per iscritto le proprie riflessioni in merito ai problemi ambientali. Dagli elaborate dei bambini è emersa una particolare attenzione nei confronti del mare e gli Oceani; probabilmente ciò è motivato dal fatto che durante I cinque anni di scuola primaria, molto spesso si è trattato questo argomento e, soprattutto, attraverso uscite didattiche abbiamo toccato con mano il problema relativo all’inquinamento del mare e degli Oceani.
Questo tipo di attività, seppur svolta in modalità a distanza, è riuscita a raggiungere gli obiettivi che noi insegnanti avevamo prefissato. Gli alunni hanno partecipato in modo attivo sia alle attività proposte durante le lezioni sincrone, sia producendo elaborati assegnati da svolgere a casa.  Per concludere posso affermare che “non tutto il male vien per nuocere” e che la didattica a distanza, è stata per me un’esperienza complessa certo, ma che si è trasformata in una vera e propria azione di insegnamento/apprendimento e che tutto ciò dipende da noi, da quanto siamo disposti a mettere in gioco di noi stessi e del nostro amore per questo eccezionale e unico lavoro.

GEOGRAFIA DEL MARE E INCLUSIONE

BLU SPAZZOLUCCIO, il cavalluccio
– La Rosa Salvatore

Il progetto nasce dall’esigenza di sviluppare la competenza in materia di cittadinanza.  Questa competenza si riferisce alla capacità di agire da cittadini responsabili e di partecipare pienamente alla vita civica e sociale, in base alla comprensione delle dinamiche sociali ed economiche che influiscono sulle relazioni interpersonali e sull’adozione di comportamenti sostenibili. Per diventare dei cittadini consapevoli è indispensabile conseguire la capacità di impegnarsi efficacemente con gli altri per giungere ad un interesse comune come ad esempio lo sviluppo sostenibile della società. Ciò presuppone l’acquisizione di pensiero critico e di abilità integrate che permettano di partecipare in modo costruttivo alle attività della comunità, oltre che al processo decisionale a tutti i livelli. Poiché il nostro pianeta è costituito per la maggior parte da acqua, l’ocean citizenship ricopre una dimensione importante verso la maturazione dello status di cittadino informato, poiché essa descrive una relazione tra la vita quotidiana e la salute dell’ambiente costiero e marino. Nella scuola italiana la geografia del mare trova poco spazio, specialmente se i plessi scolastici sono localizzati in comuni distanti dalla costa. L’idea generalizzata è che le azioni compiute a distanza di chilometri dagli oceani non possano avere nessuna ripercussione su di essi. In realtà, a ben pensarci, c’è uno stretto legame. Basti pensare all’inquinamento dei fiumi che influisce negativamente sugli ecosistemi oceanici.
Un altro aspetto importante della competenza di cittadinanza è la consapevolezza della diversità. Valorizzare il funzionamento umano in ogni sua espressione risulta fondamentale poiché bisogna trasmettere l’idea che essere diversi non significa essere “strani” ma avere qualcosa di particolare da dare agli altri per raggiungere obiettivi condivisi.
Partendo da queste considerazioni e dall’analisi dei contesti delle classi seconde della scuola Primaria A. Frank di Muggiò, è stato elaborato un progetto che ha avuto inizio dalla stesura di una storia fantastica il cui protagonista è un cavalluccio marino, con disturbo dello spettro autistico, che inizialmente veniva considerato strano dagli altri abitanti del reef e che poi è diventato per tutti un punto di riferimento per la difesa dell’ambiente e del suo equilibrio naturale. Il percorso ha proseguito con la lettura animata del testo e si è concluso con la realizzazione, in piccolo gruppo e con materiale di riciclo, dei personaggi contenuti nel racconto. Gli obiettivi del percorso didattico sono stati: promuovere l’affezione emotiva al mare; insegnare ai bambini che si può “creare con gli scarti”; favorire l’inclusione dei bambini con DVA; attivare gli alunni al rispetto della diversità e all’idea che le differenze arricchiscono.
La metodologia laboratoriale adottata ha favorito la nascita di riflessioni a proposito dei comportamenti sostenibili che si possono adottare facilmente per cambiare le abitudini “terrestri” dannose per l’ambiente marino come ad esempio: ridurre la quantità di rifiuti portando l’acqua da bere a scuola in una borraccia anziché in bottigliette di plastica monouso; dividere la spazzatura in modo corretto. Le discussioni guidate hanno permesso, in ambito ecologico, di esplicitare: l’importanza della raccolta differenziata e del riuso; l’idea che il mare è di tutti; che gli ecosistemi marini devono essere difesi anche a distanza.
Dal punto di vista dell’inclusione, gli studenti, sono diventati più consapevoli della “speciale normalità” cioè che tutti siamo specialmente diversi e che ognuno di noi può offrire il proprio contributo. I bambini, tramite le attività artistico manuali proposte, hanno potuto sperimentare che l’inclusione non si realizza mediante l’idea di omologazione che parte dal presupposto che tutto deve essere dato a tutti, ma mediante l’equità dell’offrire a ognuno ciò di cui ha bisogno. Seguendo questo principio gli alunni hanno avuto modo di concorrere, ognuno mettendo a disposizione degli altri le proprie abilità, alla realizzazione dei personaggi della storia.
Il lavoro in piccolo gruppo ha permesso l’incremento della socializzazione e della cooperazione tra pari. Infatti attraverso l’impegno spalla a spalla ciascun membro della classe ha avuto più occasioni di confronto e crescita migliorando così le proprie competenze sociali e civiche.

Docenti: Simona Di Bello, Maria Fontanabella, La Rosa Salvatore.

Educatrice: Gatti Manuela

LA SABBIA, perché è così?

PROGETTO DI GEOGRAFIA/SCIENZE/ARTE PER LA SCUOLA PRIMARIA