LA GIORNATA DELLA TERRA AL TEMPO DEL COVID 19
di Mara Leccardi
Il nostro lavoro di insegnanti, non dovrebbe farci perdere di vista mai, che la scuola è da sempre un luogo in cui i cittadini di domani vengono formati e guidati nella conoscenza di ciò che li circonda. In questo senso, oggi sempre di più, l’educazione ambientale assume un ruolo chiave all’interno delle aule scolastiche. Insegnare ai giovani il rispetto per l’ambiente, la distinzione fra energie rinnovabili e non rinnovabili, le cause che provocano l’inquinamento ambientale e altre tematiche simili, diventa una risorsa imprescindibile per poter formare dei cittadini consapevoli e in grado di agire un domani per il bene della comunità.
Queste tematiche, se affrontate con un linguaggio meno scientifico, più alla portata di tutti, e con metodologie che permettono agli alunni di divenire protagonisti del proprio processo di insegnamento/ apprendimento, possono innescare nei giovani cambi di comportamento nei confronti del mondo circostante. Utile è promuovere la partecipazione attiva degli individui quando si tratta di prendere decisioni in merito all’ambiente, contribuendo quindi a fornire spunti e soluzioni efficaci per risolvere i problemi dell’ecosistema. Questo si traduce in un maggior rispetto per l’ambiente in cui si vive.
Partendo da queste premesse, durante il percorso scolastico quinquennale, mio, e delle mie colleghe, siamo state protagoniste attive su diversi temi di educazione ambientale, con un occhio di riguardo per quanto riguarda la salvaguardia dei mari e degli Oceani e delle creature che in essi abitano.
Il 22 aprile scorso abbiamo voluto dare un nostro contributo in occasione della Giornata della Terra, giornata individuata dalle Nazioni Unite in cui si ricorda la salvaguardia del nostro Pianeta e la difesa dell’ambiente.
La modalità utilizzata per proporre le attività programmate ha subito delle modifiche a causa dell’utilizzo di una didattica a distanza. Per questo motivo la metodologia utilizzata è stata un braistroming iniziale che è poi sfociato in una discussione virtuale con tutti gli alunni. Inoltre, ogni alunno ha prodotto degli elaborati personali in cui ciascuno di loro ha esposto sia graficamente che per iscritto le proprie riflessioni in merito ai problemi ambientali. Dagli elaborate dei bambini è emersa una particolare attenzione nei confronti del mare e gli Oceani; probabilmente ciò è motivato dal fatto che durante I cinque anni di scuola primaria, molto spesso si è trattato questo argomento e, soprattutto, attraverso uscite didattiche abbiamo toccato con mano il problema relativo all’inquinamento del mare e degli Oceani.
Questo tipo di attività, seppur svolta in modalità a distanza, è riuscita a raggiungere gli obiettivi che noi insegnanti avevamo prefissato. Gli alunni hanno partecipato in modo attivo sia alle attività proposte durante le lezioni sincrone, sia producendo elaborati assegnati da svolgere a casa. Per concludere posso affermare che “non tutto il male vien per nuocere” e che la didattica a distanza, è stata per me un’esperienza complessa certo, ma che si è trasformata in una vera e propria azione di insegnamento/apprendimento e che tutto ciò dipende da noi, da quanto siamo disposti a mettere in gioco di noi stessi e del nostro amore per questo eccezionale e unico lavoro.