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Educazione e mare

Il mare è…
Circa due terzi della superficie terrestre è ricoperta dalle acque marine. Questo enorme spazio fornisce importanti benefici al nostro Pianeta e agli esseri umani: è un prezioso termoregolatore climatico, è il principale fornitore di ossigeno, è un’inesplorata riserva di biodiversità, è un’importante fonte alimentare, è uno spazio di circolazione, è sede di attività turistiche e sportive ed è un ambiente dal forte valore evocativo e simbolico.

Siamo tutti cittadini del mare!
L’alto mare, secondo il diritto marittimo internazionale, è considerato patrimonio indiviso dell’umanità. Ogni essere umano, anche se abitante a migliaia di chilometri dal mare, anche se non ha neanche mai visto il mare, ha dei diritti e, conseguentemente, dei doveri nei confronti di questo spazio. Diritti e doveri che configurano un rapporto di cittadinanza nei suoi confronti, si tratta dell’unico caso in cui dei diritti universali potrebbero venir esercitati senza la mediazione degli stati. Il mare è di tutti noi, anche di chi vive a centinaia di chilometri da esso, dobbiamo prendercene cura così come godiamo dei suoi benefici. Occorre dunque sviluppare una Ocean Citizenship, un senso di cittadinanza partecipativa nei confronti di questo bene comune.

Il mare è in pericolo
Questo enorme spazio è però minacciato: rifiuti industriali, civili, acque reflue non trattate vengono riversati in mare; la pesca indiscriminata e insostenibile sta riducendo drasticamente gli stock ittici, gli sversamenti di idrocarburi, volontari o accidentali, così come l’acidificazione delle acque superficiali e l’aumento della temperatura media delle acque oceaniche minano le capacità vitali del mare.

Educare al mare con la geografia: un approccio affettivo
Nonostante la sua importanza, nonostante si tratti di un nostro patrimonio indiviso, nonostante sia in pericolo, il mare è il grande assente nella geografia scolastica, così come nell’educazione ambientale svolta a scuola. Proprio dai più piccoli però è necessario partire per diffondere l’idea della necessità di considerare il mare come un nostro patrimonio di cui godere e da difendere. Per questo motivo si è pensato di fare ricerca su come l’educazione ambientale marina viene affrontata a scuola e in altri contesti educativi, su come studiare approcci e strumenti per diffondere l’educazione ambientale marina e per far amare il mare perché si ritiene che l’appropriazione affettiva di uno spazio sia il passo iniziale verso la sua comprensione e la sua cura. La geografia ha come focus lo studio dei rapporti tra gli esseri umani, in quanto singoli individui e in quanto appartenenti ad una società, e il pianeta che li ospita, di cui il mare ne ricopre la maggior parte della superficie. L’approccio geografico dunque sembra il più adatto ad esaminare il modo in cui i più giovani si rapportano, in senso cognitivo ed affettivo, con questo spazio.